Coopera - Volontariato
19/02/2020
Il volontariato: la rete che tiene insieme le comunità

«Il volontariato è tutt’altro che un modo per impiegare il tempo libero. Al contrario, si tratta di un pilastro della vita delle nostre comunità, riconosciuto dalla nostra Costituzione. Non è – e non deve essere – una forma di supplenza a inefficienze e a ritardi delle pubbliche istituzioni, ma un motore autonomo, dotato di proprie caratteristiche e specificità, ideali e organizzative».

Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia inaugurale di Padova Capitale Europea del Volontariato 2020 ricordando il contributo insostituibile di quanti si spendono a favore del bene comune e del benessere dei territori.

Un contributo fondamentale che genera valore e coesione sociale e che spesso, a dispetto di un contesto non sempre favorevole, si fa proattivamente carico di progettualità innovativa e inclusiva.

Oltre che uno straordinario veicolo di condivisione di esperienze e di energie, il volontariato è anche il motore del variegato sistema del Terzo settore, ancora in attesa del completamento della riforma che dovrebbe arrivare, secondo gli auspici, entro l’anno.

Il Terzo settore, ha ricordato sempre Mattarella, integra il welfare e «aiuta a creare un equilibrio migliore tra mercato e ambiente». È insomma un campo aperto alle contaminazioni, al dialogo tra istituzioni pubbliche e private, tra mondo dell’impresa e mondo dell’associazionismo. Il volontariato «produce riflessi, crea interrelazioni con ogni altro ambito della vita sociale».

Un antidoto alla povertà e all’esclusione

Il contributo dei volontari, e la funzione di argine rispetto al disagio sociale ed economico, è ancora più importante se consideriamo i dati sulla povertà in Italia.

Secondo l’Istat, infatti, nel nostro Paese vivono oltre 5 milioni di poveri assoluti, cioè persone e famiglie che non sono in condizione di sostenere le spese minime per condurre uno stile di vita dignitoso. Individui, purtroppo sempre più giovani, che non possono permettersi servizi essenziali per la salute, per la cura personale o per la casa.

Nel dettaglio, dice sempre l’Istat, l’incidenza della povertà assoluta aumenta al diminuire dell’età. Tra i minorenni è al 12,1% (dato 2017), tra 18 e 35 anni è 10,4%, mentre sopra i 65 scende al 4,6% (valore in linea con quello del 2005). Le difficoltà economiche toccano purtroppo anche molte famiglie: con uno o due figli la quota di quelle in povertà assoluta è quasi al 10%, un dato che supera il 20% con 3 figli.

Ecco perché il Terzo settore ha spazio per fare la differenza. Ed ecco perché il mondo dell’impresa, e quindi anche il sistema del credito cooperativo, può ricoprire una funzione importante. Può farlo in due modi: facilitando la progettazione intelligente al servizio dei territori e mettendo in campo competenze, strumenti e spazi di dialogo.